Google ha detto basta alla pirateria! Il colosso americano infatti, sono anni che porta avanti una campagna contro la pirateria informatica. Ad oggi gli hacker di tutto il mondo hanno sempre reso la vita difficile per milioni e milioni di sviluppatori che lavorano dietro le quinte per poter assicurare un Web più sicuro, ma non sono i soli a violare i copyrights. In questi anni Mountain View è stato accusato più vole di violare diversi copyright, facendo aizzare l’ira dei titolari. L’accusa rivolta a Google era quella di lucrare sulle query, aumentando il traffico che portasse sulla strada della pirateria. Dopo mesi ed anni di accuse, il motore di ricerca per eccellenza ha voluto sancire il suo diniego per la pirateria, apportando una modifica drastica. Tale modifica è stata apportata nell’algoritmo originale di Google, facendo in modo di preferire nelle ricerca i siti che non violano i copyright. Questo nuovo algoritmo è già stato messo a punto ed in questi giorni sta subendo gli ultimi test. Dalla prossima settimana entrerà in funzione in pianta stabile per assicurare che tutte le ricerche degli utenti abbiano la certezza di non violare diritti altrui. Per diversi siti ovviamente sarà solo una formalità quella di adeguare la ricerca ad esempio di un testo al copyright di riferimento. Per alti siti invece la questione è molto più complicata. Un esempio? Pensate a cosa accadrà con YouTube.
YouTube è il canale informatico più utilizzato al mondo. Chiunque ha il diritto di poter creare un account e di pubblicare online i propri video. Certo, in questi anni la politica di YouTube ha subìto un notevole incremento di regole, tuttavia sono ancora milioni e milioni i video che violano tanti copyright. Google è attenta a ciò che viene pubblicato quotidianamente, eppure diversi video o canzoni sono pubblicati violando palesemente i copyright originali. Inoltre YouTube è un sito che non è soggetto all’algoritmo che Google ha in programma di inserire sul suo motore di ricerca. Ciò vuol dire che per quanto riguarda la pubblicazione di contenuti non originali, la restrizione sarà certamente più ampia. Non resta che attendere i primi risultati del ranking la prossima settimana per capire se il nuovo algoritmo anti pirateria funzioni davvero e soprattutto in che quantità. Per quel che invece riguarda YouTube, al momento non si è ancora trovata una soluzione e non è detto che nei prossimi mesi non possa scaturire una nuova polemica sui diritti violati dagli utenti mediante il canale di Google.