È il nome con cui si indica il programma europeo di incentivazione della produzione di elettricità mediante fonti rinnovabili, come appunto gli impianti fotovoltaici connessi direttamente alla rete elettrica.
È arrivato in Italia nel 2001 proprio per le fonti rinnovabili.
Già, ma come si fa a pagare chi produce energia? Si prendono i soldi direttamente da tutti i cittadini: infatti dal 1991 in tutte le bollette c’è una sorta di “tassa” (cod. A3) che permette di destinare una piccola parte della bolletta a chi produrrà energia elettrica.
Con la componente A3 sono finanziati non solo gli impianti alimentati da fonti rinnovabili ma anche quelli alimentati da fonti dette assimilate. In pratica parliamo di cogeneratori, fumi di scarico, inceneritori ecc.
Grandi passi si sono fatto da quando è nato il primo conto energia, fra il 2005 e il 2007. Quando le persone erano incentivate alle fonti rinnovabili attraverso somme a fondo perduto. E viste le nuove elezione sicuramente se ne faranno ancora, con il sesto conto energia. Il meccanismo che regola tale conto consiste nell’incentivare la produzione e non necessariamente nell’investire per ottenerla, meglio ragionarci su quando si ha a che fare con venditori di fotovoltaico un po’ assidui. In sostanza il privato percepisce, almeno fino ad adesso con il quinto conto energia, percepisce una somma in modo continuativo, con cadenza mensile, per i primi 20 anni di vita dell’impianto fotovoltaico.
Per legge un impianto, deve essere non inferiore ai 3 kw, per poter usufruire degli incentivi. Allo stato attuale però, molto probabilmente si vedrà la fine di questi incentivi, tutto dipende dalle decisioni del nuovo governo.
Sicuramente con il terzo conto energia in molti sono riusciti a crearsi un piccolo impero, sfruttando campi che invece di essere coltivati sono stati resi dei veri e propri campi tecnologici adatti alla coltivazione di energia pulita.