Quando si deve scegliere un gioco per un bambino bisogna sempre avere delle accortenze qualsiasi età esso abbia. Indipendentemente se è piccolo e quindi può prenderlo a morsi e magari esso può contenere sostanze cancerogene. Quindi bisogna documentarsi prima di tutto su qual è il peluche preferito, altrimenti se si tratta di bambini al di sotto dei 5 anni si rischia più un trauma che altro. Questo va capito perché generalmente il 95% dei bambini sceglie un pelusche o comunque un gioco che li accompagna per sempre. O comunque fino a quando non è cresciuto abbastanza da avere altri interessi, per giochi che magari sviluppano le sue capacità, ecco perché sono stati studiati cucina e passeggino per le bambine e magari un tuttofare per i maschietti. Non è sempre detto comunque che il peluche rappresentativo sia sempre un orsetto, come nella maggior parte dei casi, può essere anche un altro animale. Questo accade perché, secondo gli psicologi infantili il peluche è importante perché rappresenta un momento di transizione, ovvero l’attaccamento ad un peluche che da sicurezza attraverso la sua morbidezza e qualità, facilita il distacco con la madre. Infatti secondo studi approfonditi è risultato che il bambino se non ha ancora superato i 5 o 6 mesi di vita, crede di essere un’unica entità con la madre.
Qualcosa di straordinario, vorremo quasi essere nella loro testolina per capire cosa ne pensano, o come si vedono in rapporto con la madre. Ecco perché se si legano con un peluche diventano inseparabili, perché questi gli fornisce la convinzione di essere autonomo. Quindi fra l’ottavo e il decimo mese inizia a comprendere di essere una figura assestante. Di fatto quando si crea questa amicizia anche i genitori sono più contenti, questo perché l’amico peluche aiuta il bambino a dormire meglio senza svegliare la mamma per incubi o preoccupazioni, in quanto si sente al sicuro. Su internet e nei negozi le scelte sono innumerevoli, ma è sempre importante ricordarsi di valutare la qualità non il prezzo. Il bambino poi sceglie la comodità e ciò che più lo rassicura non i criteri estetici. A sua volta ci sarà un ulteriore distacco, di cui però non deve essere il genitore a preoccuparsene, in quanto sarà la scuola stessa a favorirlo, quindi fra i 5 e i 7 anni. Altri invece ne fanno un problema e scelgono di affrettare il distacco prima che il bambino entri nel mondo dell’asilo, ovvero verso i 3 anni. Anche se comunque sono ancora tanti gli adolescenti che per ricordo conservano ancora il loro amico di infanzia, quindi mai farne un dramma, non serve.