Questa nobile arte marziale nasce nell’attuale isola di Okinawa in Giappone, nasce dal modo di combattere degli indigeni i quali non avendo a disposizione armi erano obbligati a difendersi a mani nude. Nel modo in cui è arrivato a toccare la nostra civiltà, grazie allo studio nelle palestre, quasi privato della sua componente marziale e più incentrato ai risultati agonistici. Attualmente nella nostra cultura si è esteso come concetto di difesa personale, di fatto prima era un arte praticata solo ed esclusivamente da uomini ma attualmente è in aumento l’iscrizione di donne a corsi di Karate. Questo sport ha visto la sua prima evoluzione nel 1922 da lì sono iniziate tutta una seria di dimostrazione a Tokyo e di scambi culturali per diffondere a tutti questa conoscenza. Un ulteriore evoluzione si è vista quando è iniziato ad incrementarsi un certo militarismo giapponese. Di fatto dopo la seconda guerra mondiale, Okinawa diventando un importante centro militare, al Karate viene permesso di diventare popolare anche fra i soldati americani. In seguito, a dare un ulteriore spinta propulsiva allo sviluppo di quest’arte arriva il cinema. Il cinema ha di fatto enfatizzato il mondo delle arti marziali, passando al popolo la visione di un modo misterioso di combattere capace di uccidere anche con un solo colpo. La Tv celebrava quest’arte come un modo di combattere che può essere effettuato solo attraverso un lungo allenamento e una dura disciplina.
È incredibile il modo in cui è dilagato e in seguito si è evoluto, nasce infatti come forma di combattimento, diventa sport e finisce per essere un vero e proprio stile di vita. Una ricerca continua e costante del proprio equilibrio fra mente e corpo. Il corpo acquisisce forza grazie alla concentrazione della mente. Uno stile che abbraccia anche il modo di vedere e di sorridere alla vita. Quando l’insegnamento psicologico viene compreso a pieno, il corpo può seguire a pieno regime la forza necessaria per riuscire a meglio nel combattimento. È come se si presentasse d’avanti la possibilità di auto perfezionarsi in tutto e per tutto grazie a questa disciplina. In sostanza il praticante dovrebbe arrivare a svolgere in maniera corretta quest’arte in tutte le sue forme solo dopo aver sgombrato la mente da tutti i pensieri e le idee di vanità e paura, dai desideri e dal proprio orgoglio personale. Svuotando la mente da questi pensieri il cuore fa altrettanto, ciò aiuta a vivere meglio la vita e ad affrontare a pieno quest’arte. “Come la superficie di uno specchio riflette qualunque cosa le stia davanti, così il karateka deve rendere vuota la sua mente da egoismo e debolezze, nello sforzo di reagire adeguatamente a tutto ciò che potrebbe incontrare.” G. Funakoshi così rende l’idea di come affrontare il Karate.