Alte concentrazioni di anidride carbonica in ambienti chiusi
possono scatenare crisi di panico improvvise nelle persone
predisposte. E' una nuova teoria formulata dal neurologo
Rosario Sorrentino, fondatore e direttore dell'istituto
di ricerca e cura attacchi di panico (IRCAP).
COSA SUCCEDE
L'anidride carbonica inalata stimola
nel cervello alcuni chemio recettori che (nelle persone
geneticamente predisposte) fanno scattare "l'interruttore"
dell'attacco di panico.
"A quel punto, spiega Sorrentino,
la persona viene travolta da un bisogno, un istinto
insopprimibile, urgente: trovare una via di fuga per
allontanarsi dal lugo dove l'aria è irrespirabile".
" I SANTUARI DEL PANICO"
Sono i luoghi in cui il livello di
Co2 supera il massimo fissato dall'organizzazione mondiale
della sanità (mille parti per milione). Si tratta
di vagoni e stazioni della metropolitana, treni pendolari
nelle ore di punta, aule scolastiche affollate, uffici
pubblici non ventilati con molta gente; ma anche pub,
pizzerie, discoteche ed autobus, soprattutto di inverno.
I NUMERI
Circa due italiani su cento soffrono
di attacchi di panico, in particolare donne, anziani
e bambini. Un italiano su tre ha avuto nella vita almeno
un attacco di questo tipo.
Online c'è chi ci scherza sopra: http://www.bellagiornata.it
FONTE:City
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