La parola deriva dal francese "ultra-royaliste",
cioè "ultra realista", che stava ad
indicare la forza politica preponderante ai tempi della
Seconda Restaurazione (1815-1830). Gli "ultras"
erano gli esponenti più radicali dell'estrema
destra e ancora oggi, in Francia, questa parola si usa
per identificare chi promuove le proprie opinioni con
eccessiva durezza di modi. Nel tifo calcistico, invece,
gli ultras (o ultrà) rappresentano lo zoccolo
duro del tifo, sono organizzati in gruppi e sono spesso
politicamente schierati; per questi motivi, giornali
e tv italiani a partire dagli anni '60, col nascere
del tifo organizzato, hanno iniziato ad utilizzare questo
termine.
Si ritiene erroneamente che la parola
ultras sia l'equivalente dell'inglese hooligan: quest'ultimo
termine, però, indica unicamente i tifosi che
si distinguono per un comportamento particolarmente
aggressivo e violento dentro e fuori dagli stadi.
Gli ultras invece, sono in
generale tutti quei tifosi che seguono in modo costante
la proprio squadra del cuore, sono affiliati a un gruppo
riconosciuto dalla società e occupano il settore
dello stadio comunemente detto "curva".
In Italia, dalla stagione 2006-2007,
il tifo in curva ha subito uno stop: niente più
megafoni, striscioni, fumogeni e coreografie eccessive.
Per ragioni di ordine pubblico gli ultras hanno devono
ridimensionare la loro "energia".
Le immagini inedite che seguono (da
un cellulare) raccontano alcuni momenti vissuti dagli
ultras dell'inter della curva nord.
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